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Manuale di psichiatria e salute mentale per le lauree sanitarie

di Tatarelli  • 2009  • dettagli prodotto

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DESCRIZIONE

In tema di assistenza psichiatrica in Europa il periodo attuale si declina in diverse transizioni che producono un processo teso alla convergenza dei diversi sistemi legislativi. Tale processo non può non svolgere un ruolo trainante, data la presenza di una discreta differenziazione di regolamentazioni, progetti, ricerche ed esperienze. In questa prospettiva è importante che i vari sistemi psichiatrici europei si confrontino, perché l’unificazione legislativa avrà inevitabilmente effetti sulle pratiche abituali nei diversi paesi dell’Unione. Non c’è dubbio che il quadro istituzionale assistenziale (ospedaliero e/o extraospedaliero, pubblico o privato accreditato e associato) determina in una certa misura sia l’ideologia dei curanti sia il lavoro terapeutico realmente svolto: in psichiatria organizzazione (forma) e clinica (contenuto) non sono separabili. I modelli di assistenza influiscono infatti sulla cura e a loro volta sono strettamente connessi con le determinanti culturali. Sono convinto che il lavoro e lo sforzo dovranno andare verso la costruzione di una cultura il più possibile condivisa sul significato della malattia mentale e della salute mentale. In questo ambito prende forma la lotta agli stereotipi, ai pregiudizi, alle discriminazioni, all’emarginazione, in una parola allo stigma, che impregna e gravemente danneggia non solo il sofferente, non solo i curanti, non solo le terapie (somatiche o psichiche o integrate che siano), ma anche ogni sistema o modello assistenziale dedicato alla psichiatria. Proprio in Italia trenta anni fa è accaduto un fatto clamoroso, epocale: praticamente dalla sera alla mattina è sorto un nuovo sistema assistenziale di tale importanza e di tale complessità, anche concettuale, da lasciare sbalorditi. Nasceva il nostro Sistema Sanitario Nazionale, che, al di là delle difficoltà, delle carenze, delle inadempienze, delle applicazioni parziali e disuguali sul territorio nazionale, è in grado di fornire una delle migliori assistenze pubbliche del mondo. La parte sicuramente più qualificante della Legge istitutrice del S.S.N. riguarda proprio l’assistenza psichiatrica. Il punto centrale non stava tanto nell’assoluta innovatività e nelle particolarità gestionali e organizzative del modello, quanto nella riaffermazione che ogni cittadino malato ha pari dignità di cura nei modi e nei luoghi (il manicomio in questa prospettiva non poteva che essere abolito, in quanto indicatore teorico e simbolico e reale esecutore della discriminazione delle cure). Già all’inizio dell’800 la psichiatria era considerata parte integrante della medicina, era una delle sue tre discipline costitutive. Voler separare la psichiatria dall’assistenza medica generale non ha alcun senso, se non quello, già indicato, del pregiudizio e dell’ignoranza: non ha alcun senso soprattutto ora, di fronte ai continui sviluppi delle neuroscienze, in particolare con le sempre più sofisticate applicazioni delle neuroimmagini. È scontato che, come le altre branche della medicina, anche la psichiatria ha le sue specificità. Si pensi soltanto agli assunti teorici e pratici derivanti dalle conoscenze, ora sempre più approfondite, delle relazioni tra corpo, cervello, mente, famiglia, gruppo sociale, cultura. Ci troviamo di fronte alla compresenza di saperi dalla cui complessità e organica specificità emergono paradigmi culturali che hanno conseguentemente determinato una riorganizzazione della formazione e del percorso di studi per l’accesso alla professione infermieristica. L’infermiere è passato da compiti di assistenza e di controllo allo svolgimento di un ruolo fondamentale nella prevenzione, nell’inquadramento diagnostico, nella valutazione, nella formulazione di strategie assistenziali integrate, nella educazione alla salute, nella gestione e nella riabilitazione della persona affetta da una patologia psichiatrica (siamo ben lontani da quando gli unici requisiti richiesti dalla Legge 104 al personale infermieristico era saper leggere, scrivere e avere la residenza nei pressi del manicomio limitando la loro funzione a quella esclusivamente custodialistica.). Tutto ciò, quindi, appare un elemento fondante, ancor di più nell’ottica del trattamento integrato e del lavoro di équipe, che attualmente costituisce il modello di riferimento nell’approccio al disagio mentale. L’American Nurses Association definisce l’assistenza infermieristica psichiatrica come “un’area specializzata della pratica infermieristica che utilizza le teorie del comportamento umano come propria scienza e che propone l’utilizzo di sè stessi come strumento terapeutico”. Avere a che fare efficacemente con la quotidianità della persona sofferente significa in effetti non solo applicare conoscenze specialistiche ma anche utilizzare il proprio mondo interiore – emozionale, affettivo – quale sensibile strumento osservazionale dei sistemi complessi: individuo, famiglia, gruppo, organizzazione, comunità, reparto, équipe. È in questo scenario che ho ritenuto opportuno trattare tematiche del nostro agire quotidiano in collaborazione con quelle figure di operatori, gli infermieri appunto, che con grande sforzo hanno acquisito ampi spazi di autonomia professionale, grazie anche all’accettazione dell’inquietudine generata dal rischio, presente ogni volta che si attiva - ed è lavoro costante - un continuo processo di definizione dei significati dell’agire trasformativo delle proprie funzioni. Questo testo, che ritengo di agevole fruibilità, ha l’intento di fornire un orientamento specifico sulle diverse aree di competenza professionale in ambito psichiatrico, sulle diverse patologie psichiatriche e sul loro trattamento. Il manuale consta di cinque sezioni e di un’appendice che riporta la classificazione infermieristica secondo la North American Nursing Diagnosis Association (NANDA). Nella prima sezione viene presa in considerazione l’evoluzione della salute mentale, della psichiatria e dell’assistenza psichiatrica, dei loro metodi di indagine e classificazione. La seconda sezione ha per oggetto gli aspetti tecnici del nursing, i problemi etici e legali che si incontrano nella pratica infermieristica. La terza sezione comprende i capitoli che trattano della psicopatologia generale, dei disturbi psichiatrici e dei disturbi di personalità. La quarta sezione affronta problematiche specifiche, quali i disturbi dell’età giovanile e della senescenza, l’aggressività e le sue molteplici forme, il suicidio e le differenze culturali nell’espressione della psicopatologia. L’ultima sezione è dedicata alle principali forme di trattamento attualmente impiegate nella pratica psichiatrica, alla loro efficacia e problematiche, alla valutazione della gravità della psicopatologia e del decorso della malattia, nonché alle urgenze e al come trattarle. Ogni capitolo è preceduto da uno schema costituito dai punti cardine che verranno affrontati nel testo, seguito da parole chiave, dagli obiettivi didattici che gli autori si prefiggono e da un sintetico riassunto. Inoltre, alla fine di ogni capitolo è raccolta una bibliografia essenziale che non è richiamata nel testo. Il manuale - così per lo meno è stato inteso da me e dai miei collaboratori - trova il suo senso, di certo insaturo, nell’essere medium che disponga a operazioni trasformative che siano ouvertures di ulteriori cambiamenti culturali, di riposte ai bisogni e di quanto altro è nell’accadere psichiatrico.

DETTAGLI PRODOTTO  torna su

ISBN: 9788829919628

Titolo: Manuale di psichiatria e salute mentale per le lauree sanitarie

Autori:

Editore: Piccin

Volume: Unico

Edizione: 2009

Lingua: Italiano

Finitura: Copertina flessibile

Misure: 19x26 cm

Pagine: 388

Peso: 1 kg

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