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DESCRIZIONE
“Secondo l’UNICEF nel 2006 si sono verificati 9,7 milioni di decessi per cause patologiche naturali nei bambini con meno di 5 anni di età, di questi 4,8 milioni sono avvenuti nell’Africa Sub Sahariana e oltre 3 milioni nell’Asia Meridionale”. Ancora, le statistiche riportano che il 40% avviene in periodo neonatale e che nei periodi successivi le affezioni che conducono a morte sono nei paesi occidentali agevolmente controllabili”. La mortalità da eventi traumatici (cause accidentali e violente) è costituita da 830.000 bambini. Nella sola Italia gli infradiciottenni deceduti nel 2006 per cause violente sono stati 859, fra cui spiccano 55 suicidi e 31 omicidi. Le morti per incidentistica stradale nell’ultimo anno esaminato costituiscono di fatto i 2/3 circa delle morti traumatiche. È pertanto stato calcolato un numero pari a 132.341 anni potenziali di vita perduta a causa degli eventi violenti”. Nel 2007 in Italia ci sono stati 325.850 minori vittime di lesioni, di cui peraltro non è dato conoscere l’incidenza menomante permanente”. “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i conflitti armati e la violenza politica sono responsabili di 4 milioni di bambini mutilati o disabili. In Afghanistan i minori menomati dalle mine antiuomo sono almeno 100.000, in Angola 70.000 (Bullettin of World Health Organization 2003, 81). Ciò porta a stimare che tra un decennio vi saranno circa 250.000 amputati a causa delle mine”. L’Agenzia Landmine Monitor evidenzia l’alta difficoltà con cui i bambini sopravvissuti alle mine riescono a trovare adeguata assistenza. Secondo L’United States Department “solo una ridottissima percentuale dei minori con amputazioni secondarie da UXO (Unexploded Ordinance) ricevevano cure appropriate. Secondo altri dati solo il 3% dei minori mutilati nei paesi in via di sviluppo riceverebbe cure riabilitative adeguate...“. Le abitudini di vita del minore coinvolgono le problematiche connesse all’alcool sia per danno diretto che a terzi: esso è documentato da dati epidemiologici del consumo di alcolici fra i minori. ”... Nel rapporto della Commissione Europea pubblicato nel giugno 2006 emerge che fra i 15 e i 16 anni un minore su 8 si è ubriacato almeno 20 volte nel corso della vita e che 1 su 6 ha avuto necessità di assistenza sanitaria. Il fenomeno è in incremento anche nel sesso femminile...”. “...Egualmente il consumo di sostanze d’abuso costituisce altro fenomeno significativo dei costumi del minore se si considera che nel primo semestre del 2008, nella fascia di età infradiciottenne, sono stati denunciati in Italia all’autorità giudiziaria 1761 reati legati al consumo di dette sostanze, con prevalenza di hashish, a cui seguono cocaina ed eroina. Nella comunità europea i dati sono riportati in percentuale dei minori rapportata a 1000 e si sovrappongono a quelli italiani...”. Questo limitato accenno è esauriente al fine di infondere una cultura dei diritti del minore fra cui il diritto alla vita, il diritto alla salute, il diritto alla famiglia, il diritto all’assistenza, il diritto alla crescita sono solo i principali entro i quali, indipendentemente dal luogo di nascita, il minore deve potere sviluppare la sua personalità per inserirsi nel mondo adulto in modo “sano ed equilibrato”. Con diversa cultura e diversa tradizione il minore è comunque ufficialmente tutelato in tutti i paesi che, sia pur in tempi diversi, si sono uniformati alla Convenzione Internazionale dell’ONU sui diritti del minore, con l’obbligo di presentare al Comitato dei diritti dell’infanzia un periodico rapporto sull’attuazione nel rispettivo paese dei diritti previsti dalla convenzione. Questa, proiettata agli eventi più eclatanti (coinvolgimento degli infraquattordicenni in episodi bellici, prostituzione minorile, tratta di minori per espianto di organi, turismo sessuale, illecito inserimento in attività lavorative ed altro) prevede anche l’affermazione di un diritto allo studio, di un diritto all’informazione, di un diritto alla famiglia. Di qui, per il minore vittima e per il minore reo di atti illeciti o di comportamenti configuranti reato, procedure differenziate rispetto al maggiorenne, sia nelle modalità di acquisizione delle prove (testimonianza riservata e tutelata) sia nelle sanzioni, esaltando misure alternative tese al recupero piuttosto che alla punizione. Analizzando il minore soggetto passivo non si può ignorare la violenza in ambito familiare che non si esercita esclusivamente col maltrattamento fisico, ma che abbraccia anche la violazione da parte dei genitori di quegli obblighi assistenziali e formativi che portano alla denutrizione, all’abbandono, all’accattonaggio, al comportamento delinquenziale. Tutto questo insieme di eventi vede il coinvolgimento clinico e così, si scivola in quelle tematiche proprie del quotidiano impegno di una medicina legale finalizzata non solo all’accertamento postumo, ma alla prevenzione di fenomeni abnormi ed al recupero di chi ne rimane coinvolto. Deontologia ed etica in momenti sanitari particolari rilevano soprattutto in considerazione del fatto che le scelte vedono inframmezzarsi fra sanitario e paziente la figura dell’avente diritto, il riferimento è alla sperimentazione, al consenso, alle abitudini sessuali. Il ruolo del genetista, dell’ostetrico, del neonatologo e del pediatra è così analizzato per compiti e comportamenti con intento prevalentemente formativo, pur sempre improntando il medico legale sul come operare nei singoli diversi momenti del suo coinvolgimento, ben si intende, quindi, nella fase dell’analisi dei documenti, dell’accertamento clinico e/o tanatologico, per lo studio delle causali. Non può mancare, infine, un’ampia disamina sulla valutazione del danno nel minore, naturalisticamente da diversificare da quella dell’adulto; così è improntata una criteriologia specifica che prenda in esame realtà biologiche , psicologiche e comportamentali che possono condizionare l’evoluzione di una lesione in un minore modificandone il risultato riparativo e quindi l’entità del danno biologico che ne consegue. Di qui, per molte menomazioni sono anche proposte variazioni ai tassi previsti dalle tabelle di solito riferimento: non apodittica affermazione, ma suggerimenti per un confronto. È quanto racchiude il volume il cui curatore ha ritenuto dover aprire con una indispensabile introduzione dal titolo “bios, kronos et ius”. C’è ancora bisogno di spiegare il perché di un volume di pediatria forense?
DETTAGLI PRODOTTO torna su
ISBN: 9788829920709
Titolo: Pediatria Forense - Problematiche medico legali del minore
Autori: Palmieri
Editore: Piccin
Volume: Opera in due volumi
Edizione: 2011
Lingua: Italiano
Finitura: Copertina rigida
Misure: 21x27 cm
Pagine: 1110
Peso: 4 kg
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