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DESCRIZIONE
Quando l’Editore Piccin ci ha chiesto la disponibilità a rivedere il Manuale di Medicina Legale di Canuto e Tovo, cui, giova subito premetterlo, ci lega il grande affetto di chi su di esso ha studiato le basi della Disciplina e la profonda stima di chi vede in esso un modello di studio difficilmente superabile, ci si è chiesti se vi fosse davvero bisogno di un altro manuale e soprattutto se fosse realmente possibile aggiungere, al panorama letterario che ormai connota la Medicina Legale quanto a manuali e trattati utili allo studio ed alla consultazione, un’opera dotata di una qualche concreta ed originale utilità. Muovendo, senza alcuna presunzione, dalla peraltro solida consapevolezza di un’esperienza medico-legale offerta, a vario titolo, agli Studenti dei differenti Corsi di laurea, ai Colleghi, ai Cultori del Diritto ed alla Giurisprudenza, in ruoli di professionalità, di didattica o di ricerca, non sembra potersi negare la persistenza del dubbio se la Disciplina concretamente si inserisca, con caratteristiche del tutto peculiari, fra Biologia e Diritto, o talora non mostri di lambire l’una o l’altro, senza percorrere ed enfatizzare solide embricazioni e comuni chiavi interpretative, condivise fra due mondi così diversi ed in apparenza lontani; nel rispetto della individualità dei ruoli e della piena autonomia delle funzioni, degli argomenti e dei contenuti che sono e devono rimanere propri ed indivisibili. Anche vero è, d’altronde, che nel passato recente e meno recente il dialogo, salvo ricorrenze encomiabili come quella espressa dalla Rivista Italiana di Medicina Legale (e l’eccellente lavoro svolto da Introna prima e da Buzzi poi deve da noi tutti essere valorizzato) si è svolto in modo prevalentemente diretto fra simili, per cui i giuristi tra loro ed ugualmente i medici legali si sono trovati metodologicamente, ma separatamente, concordi, senza conseguire, peraltro, un realistico e condiviso modello di comportamento. Indubbiamente a non agevolare il dialogo ha contribuito anche il progresso scientifico, fornendo alla Medicina Legale tecnologie e metodi che ne hanno esaltato le potenzialità tecniche, con l’ulteriore fraintendimento, peraltro, da parte della Giurisprudenza verso una semplice, doverosa e quasi scontata capacità di fornire risposte nitide e concise, la cui necessità di elaborazione era avvertita, talora, come una sorta di ridondante complicazione; quando, al contrario, il progresso scientifico forniva solo dimostrazione che l’avanzamento delle conoscenze era stimolo e possibilità ad approfondire, accentuandosi con il complicarsi del metodo, la necessità di sottolinearne il dovere di “eccellenza”, di procedere a rigorose verifiche, di estendere l’area della motivazione nei confronti della risposta sintetica: ed esempi patognomonici sono stati i temi dell’identificazione genetica e cranio-facciale (addirittura affidati, talora, questi ultimi, a “tecnici” privi di alcuna esperienza biologica), la tossicologia forense spesso coartata nella risposta di generici “Kit”, la valutazione del danno alla persona, di cui si esaltava, in ogni componente, la marginale e fuorviante espressione numerica, la considerazione ancillare della invalidità nella sicurezza e nell’assicurazione sociali, sovente affidate, per la valutazione, in difetto di un approfondito criterio di esperienza. Al termine del corso di studi universitari il laureato, soprattutto in Medicina e Chirurgia, ma non è diversamente per ogni altra Professione Sanitaria medica (Odontoiatra) o non medica (Infermiere, Ostetrico, ecc.), non ha inteso appieno il proprio ruolo all’interno dei presupposti di Diritto, come non si soccorre abbastanza il laureato in Giurisprudenza a comprendere il significato realistico ed il ruolo della Medicina Legale nella pratica giuridico-forense. Né può negarsi come a siffatto modello di interpretazione abbia contribuito anche, di necessità, la stessa Medicina Legale, incline a rivolgersi, nella trattatistica, ad un’utenza essenzialmente medica e addirittura specialistica. Da qui, allora, l’intento di allestire, fra Amici e Colleghi che condividono la prospettiva, un manuale rivolto a contemperare le esigenze dello studente in Medicina (ma anche, seppure in misura parziale, di quello in Odontoiatria e nelle altre Discipline non mediche) con quelle dello studente in Giurisprudenza, filtrando taluni argomenti alla luce delle necessità ed opportunità che la moderna laurea si prefigge, mostrando quanto la Medicina Legale sia in effetti capace di offrire in termini nozionistici e di prospettive pratiche per i complessi spunti tecnologici di cui oggi ci si può avvalere, apprezzandosene le finalità, ma anche i limiti. E ciò senza perdere di vista l’interesse che anche allo Specialista può offrire l’approfondimento della metodologia medico-legale nell’ambito dei contenuti che indissolubilmente si richiamano ad essa (patologia, tossicologia, genetica e criminologia). Il Manuale, allora, in una così sentita esigenza di contemperare le nozioni con la Dottrina e il pragmatismo si snoda attraverso le note sezioni della Disciplina, attento tuttavia, nell’ambito della Deontologia medico-legale, ai temi più attuali della responsabilità professionale ed alle argomentazioni più recenti, che la Giurisprudenza e la Dottrina giuridica hanno fornito sul modello civilistico della responsabilità, sulla differenziazione dell’interpretazione causale fra il settore penalistico e quello civilistico, sulla valutazione del danno nei suoi differenti contesti. E poi sulle evocazioni di contenzioso più recente che hanno agitato la professione in modo addirittura quotidiano: il consenso informato, il valore della documentazione clinica, le frontiere dell’esercizio abusivo, la responsabilità dell’équipe e via esemplificando. Particolare rilievo, inoltre, è stato riservato al sistema assicurativo, sia nella prospettiva dell’assicurazione privata che di quella sociale, ricercando un “continuum” di operatività, che consenta un rapido ancoraggio alle norme di riferimento, in costante e talora contraddittorio divenire, specie per ciò che attiene l’assicurazione di responsabilità civile e l’assicurazione sociale contro i rischi del lavoro, avendo, costantemente presente la significatività dell’evoluzione giurisprudenziale negli specifici ambiti. Ed ancora, nel variegato settore della “Assistenza Sociale”, si è cercato di delineare un iter di operatività, attento alle diverse e spesso embricate fonti normative, che sembrano ostacolare, talora, il ricorso alle provvidenze, piuttosto che il contrario. Ciò che si è inteso realizzare, dunque, è un tentativo di “semplificazione” per il medico nello specifico ambito, richiamandosi a presupposti di lineare professionalità, all’interno di formule variegate di tutela. Per l’attività più specificamente connessa all’interesse penalistico, poi, l’intento è stato segnatamente quello di coordinare l’attività del perito nei diversi ambiti di intervento (patologia, identificazione, tossicologia e genetica forensi, indagini di sopralluogo) con quanto di interesse specifico nell’indagine e nella prospettiva utile ad esigenze giuridiche di conoscenza e di approfondimento, affinché nella diversità delle specifiche competenze, il giurista ed il perito/ consulente possano coordinarsi nella consapevolezza delle reciproche necessità di conoscenza su di un tema di comune percezione, quantomeno in termini dei contenuti essenziali di cultura nozionistica ed interpretativa. E se, almeno in parte, si è riusciti a conseguire questo intento, se, cioè, si è potuto fornire un modesto contributo alla rifinitura di quel ponte fra la Biologia e il Diritto che è il presupposto essenziale della nostra Disciplina, non si può che provare intensa soddisfazione come è privilegio di chi, come il medico legale, ama la Medicina ed ama il Diritto con uguale forza ed identica dedizione.
DETTAGLI PRODOTTO torna su
ISBN: 9788829923236
Titolo: Medicina legale e delle assicurazioni
Autori: Norelli - Buccelli - Fineschi
Editore: Piccin
Volume: Unico
Edizione: II 2013
Lingua: Italiano
Finitura: Copertina rigida
Misure: 18x25 cm
Pagine: 739
Peso: 1.3 kg
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