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DESCRIZIONE
Dopo il primo tomo, dove è stato preso in considerazione il Rachide, quest’opera analizza da un punto di vista anatomico, biomeccanico e patologico l’Arto Inferiore.Scrivere un testo prendendo in considerazione globalmente l’apparato muscolo-scheletrico del corpo umano e in modo specifico l’arto inferiore è anacronistico; è conoscere in modo approssimativo un po’ di tutto. Nel mondo in cui viviamo, dove si spacca il capello in quattro è davvero controcorrente affrontare la globalità del corpo, sapendo che in letteratura per ogni articolazione esiste una valanga di carta stampata.Come prendere in seria considerazione un lavoro come questo, anche se composto di più volumi, dove si tratta tutto il corpo umano, quando esistono dei corposi testi che trattano singolarmente un’articolazione o semplicemente una parte di un’articolazione, come ad esempio solo la rotula del ginocchio o il legamento crociato anteriore?Il corpo, a torto o a ragione, non riconosce la superspecializzazione e in modo “ignorante” continua imperterrito a lavorare rispettando il vecchio e universale principio della globalità.In quest’opera confluisce tutta l’esperienza acquisita in circa 30 anni di medicina. Nella mia formazione medica, la mia indole di eterno insoddisfatto, mi ha portato ad interessarmi prima di medicina dello sport, poi di rieducazione ed infine di chirurgia ortopedica. In questo percorso come terapeuta, il denominatore comune è stato quello di curare usando le mani. Mi considero un terapeuta, entusiasta di interagire manualmente con il corpo, che se riesce a curare senza bisturi è molto più appagato.Dopo questo percorso formativo, mi accorgo sempre di più che la zona dove si manifesta la sintomatologia raramente è la zona da dove origina il problema, cioè la disfunzione. E se si vuole curare bisogna interagire con la disfunzione e non isolatamente con il sintomo. Se non si scrivono queste “approssimative opere” come facciamo a giustificare le tantissime volte che, nella pratica clinica quotidiana, ci troviamo di fronte ad una patologia che scompare trattando un’area del nostro corpo distante dall’area sintomatica.In questo testo si parla della patologia in termini di medicina ufficiale e attraverso le conoscenze biomeccaniche che regolano il movimento del nostro corpo, viene data un’impostazione eziopatogenetica in relazione alla disfunzione con relativa indicazione terapeutica, utilizzando soprattutto mezzi non convenzionali.È stato dato largo spazio all’anatomia aggiornata alle recenti evidenze della letteratura, perché ritengo che, per quanto studiata, esistano ancora delle zona d’ombra che non permettono di comprendere alcune correlazioni disfunzionali.Rispetto ad altre tecniche di medicina manuale, che si basano soprattutto sulle disfunzioni articolari, la valutazione riportata in questo testo si basa sulle catene miofasciali. Il trattamento proposto utilizza tecniche manipolative di allungamento miofasciale, posture, esercizi di coordinazione e ausili esterni, quali i cerotti.L’ingente impegno profuso è stato dedicato volentieri, sperando di aver dato a coloro che ancora non conoscono la metodica un nuovo strumento di lavoro e agli operatori che invece già la utilizzano, una maggiore sicurezza nella loro pratica quotidiana.
DETTAGLI PRODOTTO torna su
ISBN: 9788875721190
Titolo: Le catene miofasciali in medicina manuale Arto inferiore : Anca
Autori: Colonna
Editore: Martina
Volume: Unico
Edizione: 2012
Lingua: Italiano
Finitura: Copertina rigida
Misure: 21x30 cm
Pagine: 220
Peso: 1.5 kg
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