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DESCRIZIONE
Nel testo le linee di un lungo percorso che gli autori hanno avuto modo di compiere nel tempo a partire – all’inizio degli anni ’70 - dalla chiusura del De Sanctis, il reparto infantile del manicomio di Reggio Emilia, ad opera del “gruppo infanzia” del Centro d’Igiene Mentale (CIM) - in cui entrambi gli autori proprio in quegli anni hanno cominciato ad operare - e dall’inserimento dei bambini e dei ragazzi in esso ricoverati, a ll’interno delle scuole e delle allora nascenti strutture intermedie.All’inizio si trattò essenzialmente di un lavoro di “deistituzionalizzazione” e di inserimento, all’interno del quale però i nuovi operatori di frontiera (con questo termine Diego Napolitani si riferiva in quegli anni agli operatori della psichiatria territoriale) vennero in contatto con i disabili e i “matti”, fino ad allora reclusi nei vari gironi dell’esclusione. A partire dall’incontro con queste alterità sconvolgenti nacque la necessità di riflettere non solo sulla reale identità dei disabili, e dei disabili adolescenti in particolare, ma anche sulla situazione di lutto e di melanconia in cui si trovavano improvvisamente a vivere le loro famiglie dopo la loro nascita: lutto e melanconia che si riproduceva dolorosamente a fronte di ogni passaggio del disabile da una fascia di età ad un’altra, e soprattutto, in adolescenza, a cavallo della crisi puberale e dopo l ’uscita dall’obbligo scolastico.Uno dei punti di forza di questa esperienza è stato nell’alleanza, poi destinata ad estendersi a molti altri campi, fra servizi psichiatrici e psicologici dell’età evolutiva con la scuola ed i Centri di Formazione Professionale (CFP) che, dopo un problematico momento iniziale, cominciarono ad accogliere i disabili in età evolutiva ed a seguirli fino a comporre nel tempo un articolato percorso che da qual momento in avanti ha sempre contemperato, in maniera duttile, setting riabilitativi, educativi ed assistenziali che iniziano fi n dalla nascita e variano nel tempo in base ad una continua operadi rilettura da parte di tutti gli operatori coinvolti dei bisogni attuali del disabile.Abbiamo così appreso nella prassi, e ragionando sulla prassi, che l’ingresso dei disabili in adolescenza e soprattutto l’uscita dall’obbligo scolastico, così come successivamente l’ingresso nel mondo del lavoro o, per i più gravi, l’approntamento di strutture intermedie in cui continuare a vivere sotto il segno dell’autenticità, impone un lavoro di riosservazione, riflessione e programmazione in grado di dare delle risposte adeguate a fronte di risorse che alla fi ne dell’obbligo all’improvviso calano vistosamente. Da ciò l’esigenza - assolutamente non accademica - di un’analisi delle trasformazioniche vanno accadendo nel mondo interno disabile adolescente e nella sua famiglia nel momento passaggio dal gioco allo studio, e dallo studio al lavoro: premessa necessaria per predisporre percorsi di professionalizzazione e di cura adatti all’oggi, ma anche e soprattutto al domani del neo-adulto disabile.Il tutto in un quadro istituzionale nuovo che, a partire dalla chiusura dei manicomi e degli altri luoghi dell’esclusione, si è andato costituendo nel tempo all’interno “territorio” - qui inteso non in termini geografi ci, ma come un luogo intessuto di servizi alla persona - che in questo modo è di-ventato il crogiolo in cui identità professionali nuove e meno nuove si sono forgiate, o riforgiate fi no a produrre oggi un fi tto reticolo di servizi psicologici e psichiatrici territoriali (appunto) capace di accogliere e “seguire” adeguatamente ed in maniera mirata non solo i disabili in età evolutiva, ma anche tutti coloro che a questi servizi nel quarantennio scorso si sono liberamente rivolti in cerca di aiuto e di sostegno.
DETTAGLI PRODOTTO torna su
ISBN: 9788889845318
Titolo: Giovani uguali e diversi - Il lavoro degli psicologi con gli adolescenti disabili
Autori: Angelini - Bertani
Editore: Psiconline
Volume: Unico
Edizione: 2010
Collana: Strumenti
Lingua: Italiano
Finitura: Copertina flessibile
Misure: 15x21 cm
Pagine: 350
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